CASA e GIARDINI

 

Casa

L'interno delle case sono separate dall'esterno attraverso porte scorrevoli (shōji). i L'ingresso (genkan), i corridoi e la cucina hanno pavimenti in legno. Nelle altre stanze questi sono rivestiti con una stuoia di giunco (tatami). Le stuoie tatami sono in paglia ricoperta di tessuto di giunco. Quando si entra in una casa giapponese generalmente bisogna togliersi le scarpe e calzare pantofole. Per entrare in una stanza con tatami, si tolgono anche le pantofole e si lasciano in corridoio. Per dormire vengono stesi morbidi materassi imbottiti e soffici trapunte (futon) che al mattino vengono ripiegati e conservati in appositi armadi a muro. Quindi la stessa stanza può essere essere usata come camera da letto, soggiorno e sala da pranzo. In Giappone non è molto comune il riscaldamento centralizzato, salvo che nell'Okkaido, dove gli inverni sono molto rigidi. Nel resto del paese, in genere le stanze vengono riscaldate solo quando utilizzate. Un modo tradizionale e pratico per riscaldarsi è quello di usare un tavolo che ha una specie di stufa elettrica nella parte inferiore (kotatsu). L'intero tavolo è coperto da una trapunta su cui poggia un piano. Per stare caldi bisogna tenere le gambe sotto la trapunta. Nelle stagioni fredde il kotatsu è il centro della vita familiare. Per sedersi  viene usato un cuscino piatto quadrato (zabuton). L'arredamento di gran parte delle abitazioni è sia in stile tradizionale che occidentale.

genkan

atami

futon

kotatsu

zabuton

shōji

 

Giardini

Oltre ad alberi ed arbusti, il giardino giapponese fa un uso artistico di rocce, sabbia, colline artificiali, laghetti ed acqua fluente. In antitesi con gli alberi e le rocce disposte geometricamente del giardino in stile occidentale, il giardino giapponese per tradizione crea una composizione scenica che imita la natura nel modo meno artificioso possibile. I progettisti di giardini nella composizione degli scenari seguivano tre principi fondamentali: la scala ridotta, la simbolizzazione e i "paesaggi presi in prestito". Il primo si riferisce alla miniaturizzazione di paesaggi naturali di montagne e fiumi in modo da raccoglierli in una superficie limitata. Ciò poteva voler dire la creazione di scenari idealizzati di un villaggio di montagna, anche all'interno di una città. La simbolizzazione implica l'astrazione e ne è un esempio l'uso di sabbia bianca per rendere l'idea del mare. I progettisti "prendevano in prestito i paesaggi" quando utilizzavano come sfondo il panorama che era all'esterno e al di là del giardino, come una montagna o l'oceano, e lo rendevano parte integrante della composizione scenica. La struttura fondamentale del giardino giapponese, secondo una scuola di pensiero, è data dalle rocce e dal modo in cui sono raggruppate. Sappiamo che gli antichi giapponesi credevano che un luogo circondato da rocce fosse abitato da dei e pertanto lo chiamavano amatsu iwasaka (barriera celeste) o amatsu iwakura (sedia celeste). Allo stesso modo, un folto gruppo di alberi veniva chiamato himorogi (siepe divina); fossati e ruscelli, che si pensava recingessero la terra sacra, venivano definiti mizugaki (recinti d'acqua). I giardini giapponesi si possono classificare generalmente in 2 tipi: il tsukiyama (giardino di collina), composto di colli e laghetti, e il hiraniwa (giardino piatto), un'area piatta priva di colline e laghetti. All'inizio si usava impiegare lo stile collinare per il giardino principale di una residenza e lo stile piatto per spazi ristretti. Il secondo tipo, tuttavia, divenne più popolare con l'introduzione della cerimonia del tè e della chashitsu (stanza della cerimonia del tè).

 

Torna a "GIAPPONE"

Torna a "MALOL"